La stazione Amba Aradam/Ipponio è collocata in una posizione intermedia tra quella di Fori Imperiali (scambio Linea C/Linea B) e quella di San Giovanni (scambio Linea C/Linea A), a circa 500 metri a sud di Piazza San Giovanni in Laterano e a 300 metri dagli ingressi dell’omonimo ospedale. È delimitata a nord da Via dei Laterani, a ovest da Piazzale Ipponio, a sud da Via Farsalo e a est dai campi sportivi “La Romulea”.
Nel corso degli scavi archeologici è stato rinvenuto un vasto complesso archeologico, che può essere considerato, per le sue caratteristiche di unitarietà e conservazione, una delle più rilevanti scoperte archeologiche di questi ultimi anni. Le indagini archeologiche hanno interessato un’area di circa 1.750 mq.
A seguito di questo rinvenimento eccezionale e alla luce del buono stato di conservazione delle strutture nel loro complesso, la Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma ha prescritto la delocalizzazione temporanea delle strutture archeologiche e la ridefinizione del progetto della stazione che comprendesse la loro ricollocazione in situ, nella medesima posizione, ripristinando la relazione visiva con le Mura Aureliane.
Nel settembre 2016, al fine di recepire le prescrizioni, Metro C ScpA si è rivolta a tre importanti società di architettura, con comprovata esperienza nell’ambito della progettazione di grandi infrastrutture e/o di spazi.
Nel corso degli scavi archeologici è stato rinvenuto un vasto complesso archeologico, che può essere considerato, per le sue caratteristiche di unitarietà e conservazione, una delle più rilevanti scoperte archeologiche di questi ultimi anni. Le indagini archeologiche hanno interessato un’area di circa 1.750 mq. A seguito di questo rinvenimento eccezionale e alla luce del buono stato di conservazione delle strutture nel loro complesso, la Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma ha prescritto la delocalizzazione temporanea delle strutture archeologiche e la ridefinizione del progetto della stazione che comprendesse la loro ricollocazione in situ, nella medesima posizione, ripristinando la relazione visiva con le Mura Aureliane.
Nel settembre 2016, al fine di recepire le prescrizioni, Metro C ScpA si è rivolta a tre importanti società di architettura, con comprovata esperienza nell’ambito della progettazione di grandi infrastrutture e/o di spazi espositivi sia in ambito nazionale che internazionale, con la richiesta di sviluppare un concept del nuovo lay-out architettonico della stazione.
Delle tre società invitate una ha declinato l’invito ricevuto, pertanto Metro C ScpA, nel settembre del 2016, ha trasmesso alla Soprintendenza Archeologica e alla Stazione Appaltante i due studi ricevuti.
La Soprintendenza Archeologia “esaminate le soluzioni progettuali prospettate nei due studi di fattibilità … ritiene che l’elaborato redatto dallo studio ABDR preveda la soluzione più aderente alle esigenze di gestione e valorizzazione dello spazio archeologico, nella misura in cui lo rende separato dalle funzioni e dai flussi di Stazione e contemporaneamente ne realizza la piena integrazione nel contesto del tratto di Mura Aureliane di cui si prevede lo scavo”. Roma Metropolitane, con nota prot. 7607 del 27.10.2017, ha ordinato al Contraente Generale la redazione di un Progetto Definitivo di variante.
I ritrovamenti archeologici
Gli scavi nell’area della stazione Amba Aradam/ Ipponio, hanno portato alla luce una caserma romana risalente al II secolo d.C., di oltre trenta vani articolati lungo un corridoio, decorati con affreschi parietali e pavimenti a mosaico. La fase di occupazione del sito che ha restituito le evidenze più consistenti è quella compresa tra il I e il III secolo d.C. Nella metà occidentale del corpo stazione è stato rinvenuto un vasto complesso abitativo, probabilmente di carattere militare, articolato su due livelli (denominati “caserma” e “Domus del Comandante”), mentre nella metà orientale si sviluppava un ampio settore a giardino, allestito su terrazze degradanti verso il fosso dell’Acqua Crabra.
Nella seconda metà del I sec. d.C. vengono realizzate le strutture perimetrali che definiscono i limiti dei lotti da edificare. Sembra attribuibile a questa fase un primo edificio abitativo, del quale sono stati trovati i resti asportando i livelli pavimentali della Domus del Comandante, a quote comprese tra m 19.15 e 18.50 s.l.m. La seconda fase costruttiva si può collocare tra la fine del I secolo d.C. e l’inizio del II secolo d.C., in epoca adrianea. Ad essa appartengono il grande complesso della caserma e la connessa domus che si imposta sulla rasatura del precedente edificio abitativo a quote comprese tra m 19.70 e m 19.15 s.l.m. Nella terza fase, databile tra l’età adrianea e la seconda metà del II sec. d.C. vengono effettuate altre modifiche interne agli ambienti e viene contestualmente sistemata l’area a giardino che si sviluppa ad est del complesso.
Relativamente all’edificio chiamato “caserma”, ricadono nel corpo stazione 22 piccoli ambienti a pianta quadrata (m 4 x 4) identificabili come alloggi posti ai lati di uno stretto corridoio, accanto ad altri 7 vani di carattere funzionale. Questo corpo di fabbrica, concepito unitariamente, è delimitato a nord da una struttura di terrazzamento in opera mista e a est da un poderoso muro di confine in opera reticolata. Sul lato sud del corridoio vi sono 15 vani; di fronte, a nord del corridoio, si dispongono altri 14 ambienti e un’area a cielo aperto pavimentata in opus spicatum; un braccio ortogonale, articolato in 5 vani chiude l’edificio est. Il piano di calpestio di questi ambienti si colloca ad una quota media di m 22.00 s.l.m. In alcuni casi le pareti interne degli ambienti conservano ampi tratti di rivestimento parietale dipinto. Per quanto riguarda le pavimentazioni sono stati rinvenuti mosaici, tratti in lastre marmoree irregolari e laterizi frammentari, pavimentazioni in opus spicatum.
Circa tre metri più in basso dell’ala dei “dormitori” si sviluppa un complesso edificio abitativo articolato in due nuclei distinti: un settore di pregio con stanze affrescate e pavimenti con mosaici – Domus del Comandante – e un settore di carattere più funzionale con pavimenti in opus spicatum, vasche e dolia (contenitori in terracotta). Tra le due ali edificate si estende una vasta area aperta, probabilmente allestita a orto/giardino. La Domus del Centurione è stata selezionata tra le cinque finaliste dell’International Archeological Discovery Award “Khaled al- Asaad” del 2018, uno dei maggiori riconoscimenti mondiali, attribuito alla più importante scoperta archeologica dell’anno.
Il progetto definitivo
A partire dalla prescrizione della Soprintendenza, la nuova soluzione progettuale ha avuto come obiettivo quello di sviluppare un progetto in grado di integrare e valorizzare le strutture antiche all’interno del contesto contemporaneo. La stazione si estende per circa 120 metri in lunghezza e per oltre 30 metri in profondità. Il contesto urbano in cui si inserisce, unitamente alle limitate dimensioni del cantiere, hanno imposto la scelta del Top-Down come metodologia di scavo della stazione. Tale modalità prevede lo scavo sotto-copertura, realizzando i solai intermedi mano a mano che si progredisce e sfruttando questi elementi strutturali come contrasto intermedio dei diaframmi perimetrali già nella fase di scavo. La stazione funzionalmente segue lo schema tipologico delle stazioni della Linea C con una banchina centrale che si estende per 110m di lunghezza e circa 4 m di larghezza. Il nuovo progetto prevede una separazione spaziale, funzionale e gestionale dell’area dedicata al museo rispetto a quella dedicata alla stazione. Le due funzioni restano comunque in forte continuità visiva grazie alle vetrate interne che separano la stazione dallo spazio museale. Questa continuità visiva si realizza anche grazie agli spazi pubblici che hanno diretto contatto con l’area museale che, in questo modo, diventa parte integrante di alcune delle visuali dei nuovi spazi urbani. Dal punto di vista funzionale, il progetto individua percorsi ben distinti e riconoscibili che servono separatamente la metropolitana e l’area museale. Lo spazio pubblico, in continuità con gli spazi funzionali interni, costituisce un valore aggiunto, valorizzando le strutture antiche ritrovate, ricollocate nella loro giacitura originaria, anche e soprattutto in relazione alle prospicienti Mura Aureliane, che rappresentano una presenza importante a ridosso del manufatto della stazione.
La stazione si sviluppa su 5 livelli interrati: piano atrio e piano museale, piano per il ricollocamento dei reperti archeologici, piano destinato ai locali tecnici, piano “mezzanino” e piano banchine a servizio esclusivo della metropolitana.
Gli accessi e la sistemazione esterna
Il progetto prevede una sistemazione superficiale che valorizza le aree esterne della metropolitana, realizzando un sistema di spazi riconoscibili ed accessibili. La quota strada prevede il ripristino della viabilità ante-operam e delle porzioni pedonali antecedenti la realizzazione della stazione. In particolare, viene ricostruito lo slargo di piazzale Ipponio, sul quale torna a convergere la via dei Laterani, la via di San Giovanni e Via Ipponio stessa, verso Porta Metronia. Saranno realizzati tre accessi distinti:
- Via dei Laterani: dotato di due scale mobili e di un ascensore, è posizionato in prossimità dell’area di pertinenza del Vaticano e adiacente al cancello del circolo sportivo. Il volume architettonico che ingloba le discenderie è destinato a contenere anche un locale tecnico e gli impianti necessari per l’attacco dei VV.FF. Il volume emergente è rivestito in travertino con alcune porzioni chiuse da una struttura di pannelli metallici con effetto corten che identifica e protegge l’ingresso dell’ascensore. Le due scale mobili e l’ascensore colleganodirettamente il piano strada con il piano atrio della stazione.
- Via Farsalo: l’elemento di ingresso è un volume rivestito in parte con pannelli metallici verniciati effetto corten, che realizzano il confinamento laterale del volume e la copertura superiore, ed in parte rivestito in travertino con una parete vetrata retrostante di affaccio verso i campi di calcio.
- Viale Ipponio, verso Porta Metronia: questo ingresso, dotato di una scala fissa, consente il collegamento diretto alla piazza ipogea ribassata; da questo spazio si accede direttamente alla metropolitana ed al museo. La piazza ipogea è dotata anche di un ascensore che la collega direttamente con la quota strada su via dei Laterani.
La sistemazione esterna è caratterizzata anche dalla presenza di 4 volumi, parallelepipedi rivestiti in lastre di travertino che si ergono per circa 3 mt dal piano di calpestio ed hanno la funzione di convogliare la luce naturale all’interno dell’area museale.
La piazza ipogea
La nuova piazza ipogea, ubicata all’interno del manufatto di stazione alla quota 26.50, mette in relazione la quota stradale con i livelli interrati del museo e della metropolitana; dallo spazio aperto di piazzale Ipponio si accede alla piazza che a sua volta dà accesso all’area museale da una parte e alla stazione metropolitana dall’altra. Uno spazio urbano ribassato in grado di realizzare un collegamento funzionale ma soprattutto un nuovo spazio della città.
L’area museale
Alla quota +26.50 è collocato l’ingresso all’area museale attraverso un atrio che distribuisce gli spazi interni. L’atrio è organizzato con una reception, biglietteria e guardaroba. L’accesso alla passarella di visita avviene attraverso tornelli conta-persone necessari per garantire un numero massimo di visitatori contemporaneamente presenti sulla passerella stessa. L’atrio è poi collegato funzionalmente con un’area ristoro che ha un accesso anche dall’esterno. L’area museale si sviluppa anche a quota 22.90. Questi due livelli funzionali seguono l’altimetria delle due porzioni della caserma. Il livello inferiore del museo è costituito da una passerella, che consente la visione dall’alto dei resti rinvenuti nella parte superiore della caserma, ha una larghezza di 1.2 metri ed è ubicata in corrispondenza del corridoio di distribuzione della “casa del Comandante”. Dalla passerella si accede ad una pedana centrale adibita all’esposizione di oggetti rinvenuti durante lo scavo archeologico.
La stazione
L’atrio della stazione è posto a quota +25.78 con accesso diretto dalla piazza ipogea ed è dotato dei sistemi di tornelli di ingresso e di uscita. Dall’atrio, così come dall’intero piano ipogeo, si aprono delle vedute sull’area museale che arricchiscono la qualità degli spazi interni dando valore all’infrastruttura attraverso l’elemento caratterizzante del sito archeologico. Questa condizione particolare e straordinaria accompagna il passeggero fino alle quote più basse segnalando la presenza del sito archeologico anche a chi usufruisce semplicemente della metropolitana. A livello +19.18 sono collocati i locali tecnici. Una porzione del piano è occupata dai locali tecnici della stazione e una parte da quelli del museo. Le aree destinate alla metropolitana e al museo saranno divise e compartimentate, ciascuna con accessi separati ed autonomi, in modo tale da gestire separatamente le due unità funzionali.
Le finiture
Particolare attenzione è stata prestata alla scelta dei materiali di finitura esterna ed interna, allo scopo di ottimizzare le scelte architettoniche e garantire la facilità di manutenzione e la durabilità degli elementi. Il requisito della facilità di manutenzione nella scelta dei materiali e l’elevato standard della loro durevolezza è finalizzato ad una buona manutenzione nel tempo di tutte le parti dell’area museale. A questo si aggiunge l’esigenza di un’architettura in grado di contestualizzarsi rispetto alla città circostante, alle sue finiture, ai suoi materiali, ai suoi colori e al contempo di colloquiare, valorizzandola, la presenza del sito archeologico.