Ci eleviamo Sollevando gli altri Marinella Senatore
L'opera
“Ci eleviamo sollevando gli altri” è un’opera di Marinella Senatore realizzata per il progetto di mitigazione visiva del cantiere della Stazione Venezia di Metro C, che mantiene saldo il suo legame con il concetto di comunità, focalizzandosi su una delle forme di espressione e celebrazione della collettività più potenti, il teatro e la teatralità.

L'opera
Fin dalle sue origini, il teatro è stato un modo per raccontare le storie e i valori di una comunità. Nell’opera di Senatore le immagini diventano un vero e proprio monumento alla comunità in una chiave contemporanea di celebrazione pubblica. Un sipario che si apre sulla città con forti campiture di colore che rimandano ai tradizionali giochi di luce dell’antica pittura italiana, insieme a testi, persone in movimento e paesaggio. Così, nella piazza che storicamente è stata luogo di incontro e narrazioni pubbliche, l’opera si affaccia raccontando l’intreccio di passato, presente e futuro in una continua e viva rappresentazione dell’identità collettiva, in grado di restituire alla comunità una storia di trasformazione urbana.


La sua pratica artistica è caratterizzata da una forte dimensione partecipativa e
collettiva, che si sviluppa attraverso un’analisi della natura politica delle formazioni
sociali e dei rituali condivisi. L’artista utilizza linguaggi vernacolari e forme espressive
popolari – tra cui danza, musica, cultura pop e attivismo – per creare spazi di incontro
e trasformazione. Le sue opere, sempre site-specific, assumono una dimensione
inclusiva e dinamica, coinvolgendo le comunità locali in processi di creazione collettiva.
Il suo lavoro esplora il potere dell’arte di generare emancipazione individuale e
collettiva.
L’artista
Marinella Senatore ,
si è formata in musica, belle arti e
cinema, specializzandosi in direzione della fotografia presso la Scuola Nazionale
di Cinema di Roma. Nel 2012 ha fondato The School of Narrative Dance (SOND), una
scuola nomade, gratuita e non gerarchica che propone un sistema educativo basato su
emancipazione, empowerment e autoformazione.
La sua pratica artistica è caratterizzata da una forte dimensione partecipativa e
collettiva, che si sviluppa attraverso un’analisi della natura politica delle formazioni
sociali e dei rituali condivisi. L’artista utilizza linguaggi vernacolari e forme espressive
popolari – tra cui danza, musica, cultura pop e attivismo – per creare spazi di incontro
e trasformazione. Le sue opere, sempre site-specific, assumono una dimensione
inclusiva e dinamica, coinvolgendo le comunità locali in processi di creazione collettiva.
Il suo lavoro esplora il potere dell’arte di generare emancipazione individuale e
collettiva.