Il valore aggiunto della Metro C: l’archeologia

Il valore aggiunto della Metro C: l’archeologia

La Linea C della metropolitana di Roma non viaggia solo nello spazio urbano, ma anche nel tempo. Il territorio che attraversa ha caratteristiche uniche per l’assoluto valore storico-monumentale e archeologico; in questo contesto è stato necessario affrontare e risolvere un insieme di aspetti particolari e peculiari, le cui soluzioni tecniche e le relative modalità esecutive hanno richiesto una metodologia progettuale “dedicata e specializzata”.

Dalla collaborazione tra Comune di Roma, il Committente Roma Metropolitane, il Contraente Generale Metro C S.C.p.A. ed il Ministero per Beni e le Attività Culturali è scaturito un articolato programma di indagini che, sotto la Direzione Operativa Scientifica della Soprintendenza Archeologica di Roma, ha consentito, non solo l’individuazione di numerosi reperti, ma anche l’aggiornamento delle carte archeologiche in aree ancora mai indagate.

La Linea C attraversa, oltre a vaste aree della periferia urbana, importanti settori del centro storico e dell’area archeologica centrale. La costruzione delle stazioni, ha reso necessaria l’asportazione di consistenti volumi di depositi archeologici sepolti, rappresentando un’occasione unica e irripetibile per acquisire nuovi e importanti dati anche in aree archeologicamente poco note, o affatto note, soprattutto a causa della profondità di giacitura delle stratigrafie antiche, che, in alcuni casi, raggiungevano i 20 metri dal piano di calpestio contemporaneo.

Una volta espletata la gara internazionale, che ha portato all’aggiudicazione della realizzazione dell’opera e dello sviluppo della progettazione definitiva ed esecutiva, a partire dal 2006, per le Tratte T2, T3, T6 e T7, ad integrazione della campagna di indagine condotta dal Comune di Roma per la redazione del progetto preliminare, sono state eseguite, propedeutiche alla progettazione definitiva, le indagini archeologiche cosiddette di prima fase, di diverse tipologie:

  • carotaggi a recupero di nucleo con lettura archeologica;
  • saggi archeologici con blindaggi autoaffondanti.

Nell’area centrale, lungo la Tratta T3, da Via Sannio a Piazza Venezia, e lungo la Tratta T2, da Piazza Venezia a Clodio-Mazzini, per le indagini preventive sono stati aperti 22 cantieri archeologici, alcuni dei quali hanno dato importanti risultati. Per la tratta T6 sono state realizzate indagini preventive con l’apertura di cantieri in 3 siti archeologici: Giardinetti e Pozzo Terminale, Stazione Torre Spaccata – Casilina / Tor Tre Teste, Stazione Giglioli – Casilina / Tobagi. Le indagini di prima fase sono state completate per l’interno tracciato posto a base gara.

La stretta e costante collaborazione tra il Contraente Generale Metro C S.C.p.A. e la Soprintendenza Archeologica di Roma, unitamente alle linee guida del Comitato Tecnico Scientifico per i Beni Archeologici, ha portato alla messa a punto, per la prima volta in Italia, di un documento denominato “Prontuario delle indagini archeologiche di seconda fase”.

Il prontuario è stato redatto da Metro C S.C.p.A. in fase di progettazione definitiva, basandosi sui risultati acquisiti con le indagini archeologiche di prima fase e ha definito per ogni sito, di concerto con la Soprintendenza Archeologica, le modalità di scavo e le modalità di asportazione delle strutture antiche rinvenute.

Il Prontuario ha individuato 7 modalità di scavo e 2 modalità di asportazione delle strutture murarie antiche rinvenute. Inoltre, per coniugare l’esigenza di eseguire scavi archeologici a cielo aperto fino ad una profondità di 18-20 m da piano campagna, con la necessità realizzativa di limitare le aree di cantiere e fornire un adeguato contrasto ai diaframmi perimetrali dei manufatti interrati, sin dalla fase di scavo, Metro C S.C.p.A. ha messo a punto un metodo di scavo denominato “top – down archeologico”, applicato alla stazione San Giovanni e ai manufatti interrati della Tratta T3.

Tale metodo consiste nello scavare i manufatti interrati, lasciando sempre almeno 3 m liberi al di sotto dei solai per poter approfondire lo scavo successivo procedendo per livelli orizzontali. I solai vengono pertanto realizzati in discesa, tipicamente utilizzando strutture prefabbricate, autoportanti in fase di getto e in grado di contrastare adeguatamente i diaframmi perimetrali.

Le indagini di seconda fase sono state completate per tutta la linea in esercizio e per il tratto compreso tra il Pozzo introduzione TBM a via Sannio e la stazione Fori Imperiali – Colosseo, attualmente in fase di realizzazione, mentre per l’area della Stazione Venezia e la successiva Tratta T2, inizieranno contestualmente all’inizio delle opere.

Il progetto esecutivo della Tratta T3, che si sviluppa dalla stazione San Giovanni alla stazione Fori Imperiali, è stato approvato nel 2013 e sono iniziate le indagini archeologiche di seconda fase, contestualmente all’inizio della realizzazione delle opere.