APPROFONDIMENTO: ALLESTIMENTO ESPOSITIVO STAZIONE SAN GIOVANNI
Il progetto dell’allestimento espositivo della Stazione San Giovanni è stato sviluppato da Metro C ScpA su richiesta della Stazione Appaltante al fine di recepire le prescrizioni impartite dal Ministero dei Beni e della Attività culturali e del Turismo – Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Lazio e ratificate dalla Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma (SSBAR) in sede di rilascio del nulla-osta allo smontaggio delle strutture antiche rinvenute nel corso dello scavo della stazione San Giovanni – Linea C.
Le prescrizioni:
- elaborazione ed esecuzione, prima dell’inaugurazione dell’opera in oggetto e sulla base di un elaborato scientifico di codesta Soprintendenza, con la collaborazione di architetti esperti in allestimenti espositivi, di un progetto di allestimento che illustri la storia dei sito dalle più antiche attività antropiche all’età moderna, da collocarsi nei livelli destinati al pubblico transito;
- inserimento, in tale progetto, del consolidamento, restauro e successivo smontaggio e riposizionamento di porzioni di campioni delle strutture antiche rinvenute nella stazione e nel pozzo di via Appia Nuova, su indicazione di codesta Soprintendenza;
- creazione dei relativi spazi espositivi, disposti lungo i percorsi e conformi alle esigenze di sicurezza degli stessi, connotati e qualificati come spazi culturali e provvisti di pannelli didattici e ricostruttivi dell’evoluzione del paesaggio dall’età pre-antropica alla moderna, di schermi per la proiezione della documentazione filmica già realizzata nonché di vetrine, se necessario climatizzate, per l’esposizione di reperti mobili.
La redazione del progetto è stata affidata al Dipartimento di Architettura e Progetto dell’Università di Roma “La Sapienza”, nella persona del prof. Lambertucci e del prof. Grimaldi.
Il progetto è stato sviluppato con l’intento di restituire il carattere stratigrafico dei luoghi, secondo quanto emerso durante lo scavo, con il dipanarsi di una storia narrata attraverso le superfici liminari che si sviluppano lungo i percorsi orizzontali e verticali degli ambienti di stazione.
Gli ambiti d’intervento sono:
- sistema delle pareti di rivestimento verticali
- sistema delle superfici pavimentali
- sistema dei controsoffitti
- sistema degli ambiti espositivi.
I sistemi di rivestimento delle pareti verticali
I rivestimenti delle pareti verticali saranno realizzati in vetro stratificato temperato 5+5 mm extra chiaro con faccia interna retrosmaltata e pellicole intermedie con elaborazioni grafiche e testi in vari formati.
Le lastre a disegno così ottenute, con schermature parziali delle superfici del secondo vetro (laccato), permettono di realizzare una trasparenza orizzontale che assume il ruolo di ulteriore strumento di espressione di quel concetto di stratificazione su cui è imperniata tutta la narrazione della stazione.
Queste finestre trasparenti sono utilizzate in due differenti condizioni:
- in presenza di teche espositive realizzate con strutture in carpenteria metallica rivestite ed illuminate internamente, con apertura retrostante nei casi in cui la presenza di un’intercapedine lo permette, o apertura anteriore attraverso un’anta ricavata nel rivestimento vetrato negli altri casi;
- in corrispondenza di finestre trasparenti che lasciano percepire la profondità del sistema rivelando lo strato più profondo della parete, quello murario, che assume valenze espressive importanti, partecipando al racconto stratigrafico attraverso l’utilizzo di una semplice coloritura della superficie muraria nella tonalità cromatica affine allo strato di pertinenza.
Il sistema delle superfici pavimentali
Le superfici pavimentali saranno realizzate in gres di colore nero, cercando di restituire in alcuni punti notevoli la presenza dell’acqua.
Per evocare questa suggestione è prevista la realizzazione a piano corrispondenza di fasce di pavimento in cui si utilizzano piastrelle di gress aventi una finitura superficiale diversa (comunque idonea per gli spazi aperti al pubblico) che, tramite una differenza cromatica, riesce a restituire un effetto di presenza di acqua.
Sempre a piano corrispondenza, in cui è stata rinvenuta la grande vasca di epoca imperiale, sarà inserito un segno a pavimento che ne traccia l’andamento originale.
Il sistema dei controsoffitti
Tutti i sistemi di distribuzione orizzontale sono stati progettati senza controsoffitti, sostituendo questi elementi con un piano di luce composto dall’iterazione regolare del sistema d’illuminazione a barre led al di sopra del quale è posta la distribuzione degli impianti interamente verniciata di colore nero. Tale scelta architettonica è stata estesa anche alle discenderie interne di collegamento atrio – banchina con i relativi transetti.
Al piano banchine, corrispondente alla quota del pleistocene, è previsto un controsoffitto virtuale con un piano di luce posto a quota + 3.10, con corpi illuminanti lineari posti trasversalmente allo sviluppo della banchina.
Il sistema degli ambiti espositivi
Il complesso sistema di ambiti espositivi si sviluppa lungo gli spazi della stazione con una logica e delle tematiche specifiche. Sono state identificate due modalità espositive: una legata all’articolazione del sistema generale di rivestimento in vetro ed una legata a quegli “ambiti speciali” che punteggiano i percorsi.
Per quanto riguarda il sistema parete sono state individuate due modalità di alloggiamento dei reperti:
- teche a gestione posteriore – accessibili da spazi dedicati ricavati nelle intercapedini tecniche della struttura edilizia
- teche a gestione anteriore – accessibili tramite un sistema di apertura a bilico orizzontale/verticale delle lastre del sistema parete
L’individuazione di questa soluzione tecnica, che consente una facile gestione anteriore delle teche espositive, ha permesso di riconsiderare il ruolo dei parapetti posti tra il piano corrispondenze e le discenderie di collegamento con il piano banchina. In questi punti dotati di grande visibilità, perché collocati al centro di tutti i diversi percorsi di fruizione della stazione, sono state inserite una serie di teche in vetro trasparente che materializzano la restituzione fenomenico-percettiva della complessità stratigrafica.
Gli ambiti espositivi di allestimento speciale sono tutti caratterizzati dall’utilizzo della lamiera nera di ferro crudo opportunamente trattata superficialmente per garantire un’adeguata durabilità. Tale lamiera sostituisce parzialmente i rivestimenti in vetro che connotano tutti gli altri spazi fruibili della stazione. Questa soluzione conferisce a questi ambiti una diversa presenza fisica ed un’immediata evidenza visiva.
I punti singolari:
- Lo stratigrafo: è una sorta di elemento scultoreo che assieme alla parete attigua propone, tramite elementi grafici ma anche plastici (altorilievi e bassorilievi), informazioni sullo spazio della stazione offrendo le chiavi concettuali con le quali capire il senso degli allestimenti spaziali. Lo scopo è restituire valore ed importanza allo scorrere e sedimentarsi del tempo storico che l’occasione dello scavo prima, ed i reperti archeologici frutto di quello scavo dopo, ci offrono.
- Il muro del riciclo: è il simbolo della storia narrata, una struttura fatta di materiali eterogenei, di frammenti che rievocano altre epoche. Tale ambito espositivo è progettato con una struttura portante in carpenteria metallica zincata ed un rivestimento esterno in parte costituito da vetro trasparente ed in parte da lamiera nera di ferro crudo trattata superficialmente e lavorata a formare delle scanalature illuminate con strip-led.
- Vivere con l’acqua: è l’ambito speciale più esteso, ubicato al piano corrispondenze tra i due nuclei delle discenderie. La giacitura del sistema della parete liminare ribatte l’andamento inclinato della grande vasca di epoca imperiale, che qui è stata ritrovata, ricollegandosi spazialmente con il grande segno che a terra ne descrive l’andamento originale. Tutto il sistema è rivestito con lamiere nere di ferro crudo, opportunamente trattate superficialmente, interrotte in alcuni punti, da teche espositive studiate in funzione di specifici reperti legati principalmente al tema dell’acqua. Un sistema di incisioni di luce orizzontali e verticali tenderanno a scomporre ed articolare l’immagine complessiva del sistema rendendola più dinamica. Tale ambito espositivo è progettato con una struttura portante in carpenteria metallica zincata ed un rivestimento esterno in parte costituito da vetro trasparente ed in parte da lamiera nera di ferro crudo trattata superficialmente e lavorata a formare delle scanalature illuminate con strip-led.
I REPERTI RINVENUTI DURANTE LO SCAVO
I materiali mobili recuperati durante lo scavo negli anni 2010/2014 sono conservati attualmente nel laboratorio allestito presso il Campo Base Metro C in Via dei Gordiani e sono stati fin qui sottoposti a trattamenti di primo intervento diversificati a seconda delle loro caratteristiche e del loro stato di conservazione.
Alle attività preliminari di pulizia sono seguite la pre-classificazione e la datazione dei reperti mediante la redazione di schede spot-date dei contesti stratigrafici, che sono poi confluite nel database schedografico delle Unità Stratigrafiche.
Parallelamente si è proceduto alla selezione e all’inventariazione degli special finds, realizzando un secondo database schedografico inerente nello specifico la documentazione fotografica e la descrizione degli oggetti di particolare rilevanza scientifica, quali monete, metalli, manufatti in osso e in avorio, gemme, lucerne integre ecc.
Ogni oggetto è stato schedato con una numerazione progressiva indicando la provenienza di scavo (Unità Stratigrafica e Fase cronologica), la descrizione, le misure e lo stato di conservazione, allegando la relativa foto.
Gli scavi della stazione hanno permesso di esplorare un eccezionale volume stratigrafico interessando oltre 20 metri di depositi antropici su una superficie complessiva di quasi 3.000 mq.
Indagare questo sito complesso e pluristratificato su un’area molto vasta, ha rappresentato un’occasione eccezionale per approfondire la conoscenza di questo comparto del suburbio di Roma finora archeologicamente poco noto anche a causa della profondità dei depositi antichi, difficilmente raggiungibili in assenza di paratie cementizie.
L’analisi delle risultanze dello scavo e la loro contestualizzazione nell’ambito territoriale in un quadro diacronico mettono in primo piano l’importanza delle risorse idriche nelle dinamiche insediative di questo sito, dall’epoca preistorica all’età Moderna. La conseguente formazione in questo settore di depositi limo-argillosi saturi d’acqua ha creato le condizioni ideali per una diffusa conservazione di reperti organici in ottimo stato di conservazione, parte dei quali è risultata idonea per l’esposizione nelle teche del museo.
Grazie alla profondità e alla ricchezza dei depositi, le indagini hanno restituito una vasta panoramica, per ogni fase di frequentazione, delle diverse classi di materiali: reperti lapidei, metalli, manufatti in osso, terrecotte architettoniche, la cui presenza è particolarmente importante e presenta elementi di peculiarità caratterizzanti il sito archeologico, vetri e intonaci. I reperti ceramici e anforici sono abbondantissimi e scientificamente rilevanti anche se sono rari gli oggetti integri.
Un altro elemento caratterizzante questo contesto e del quale è stata data evidenza nella musealizzazione, consiste nell’attestazione di frequentazioni antropiche nelle fasi preistoriche, testimoniate da una significativa presenza di industria litica nei depositi pleistocenici e di alcuni reperti fossili.